"Come Costruire dal Facile al Difficile un Possesso Palla di Successo"

Il Barcelona di Pep Guardiola. La Spagna campione di tutto di Del Bosque. Ora il Napoli di Maurizio Sarri celebrato dai giornali di tutta Europa. Quando il calcio può creare fascino ed ammirazione. E tutto sotto un unico minimo comune denominatore: possesso palla.

Possesso palla: solo una moda?

Emulare modelli vincenti è sempre stata un’ottima soluzione. E sembra che le squadre del nostro campionato (e i loro tecnici) stiano seguendo questa via.

Giusto l'altro giorno seguivo la Domenica Sportiva in televisione, e mi ha incuriosito il commento di uno degli opinionisti di maggior spessore.

Questi sosteneva come le squadre al top della classifica siano caratterizzate da un gioco molto basato sul possesso palla, e che le occasioni da rete arrivassero spesso negli ultimi 15 metri, in seguito ad azioni ragionate e manovrate.

Dunque, ti chiedo: solo una moda?

Possesso palla: una necessità?

Se allora il possesso palla sembra non essere solo una moda del momento, può considerarsi una reale necessità per il gioco?

Ti riporto una citazione interessate che sembra rispondere a questo quesito: “Il calcio è un gioco di squadra che richiede il massimo livello di capacità di comunicazione e collaborazione.

Il giocatore deve acquisire la coscienza di sviluppare il senso del gioco collettivo, la solidarietà, l’aiuto reciproco e deve subordinare gli interessi personali a quelli del gruppo. L’individuo è formato per la squadra”. (José Maria Sanz Sánchez). Quasi a dire che il gioco non può prescindere dal possesso palla.

Comunicazione, collaborazione, collettività, elementi in comune che quindi danno ancora più valore alla nostra ipotesi.

Quella per cui avere una squadra in grado di mantenere il possesso palla, è avere una squadra che vuole giocare al calcio e prova a vincere rispettando la natura vera del gioco.

Un mezzo, non il fine…

Tuttavia, è giusto precisare che: “mantenere il possesso tanto per mantenerlo non porta sicuramente a risultati efficaci”.

Il possesso palla è quindi uno strumento, non sicuramente il fine.

Si cerca di mantenere il possesso, ad esempio, per costruire dal basso un’azione, partendo dalla propria area.

Per costruire un’azione da gol, ricercando un cross, o una palla filtrante. E anche come ‘esca’ per gli avversari: mantenere il possesso in un lato del campo, facendo muovere i difensori, per poi colpire sul lato opposto.

Oppure per gestire un vantaggio, abbassando il ritmo della partita.

 Il nucleo centrale del possesso palla: il rapporto ricevitore-passatore

La relazione tra colui che ha la palla, e colui che la deve ricevere, è fondamentale per assicurare un possesso palla efficace.

Da un lato ci sono gli obblighi e le necessità del passatore: quelli di trasmettere la palla in maniera precisa, puntuale, e nello spazio giusto, ad un compagno che sia disponibile a riceverla.

Dall’altra quelli del ricevitore (o potenzialmente, e idealmente, più di uno): sapersi fare trovare pronto, nello spazio giusto, coi tempi corretti, a ricevere un pallone che arrivi giocabile.

In questa relazione, il movimento è la chiave di volta, e i principi del ‘come, quando, e dove’ i suoi parametri di applicazione efficace.

I Requisiti per un buon possesso palla

Se sopra sono stati espressi i concetti, è adesso il momento di trasformarli concretamente in ‘cosa abbiamo bisogno’.

Requisiti tecnici

Trasmissione e ricezione sono i due aspetti forse fondamentali, quelli che più di tutti sono sollecitati e che risaltano. Tuttavia, non sottovalutare l’importanza nel dominio e nella guida nel mantenimento del possesso, due ulteriori armi a disposizione dei tuoi giocatori.

Requisiti tattici individuali

Smarcamento e passaggio, come naturale applicazione in situazione dei gesti del calciare e del ricevere. Tuttavia, il saper difendere e coprire la palla è un comportamento tattico accessorio inevitabile in molte situazioni.

Requisiti tattici collettivi

 

Non abbiamo ancora avuto modo di approfondire questi importanti argomenti (ci sarà tempo).

Tuttavia, essendo la gestione del possesso un tema che coinvolge almeno due giocatori, la questione del collettivo emerge ed è determinante.

Ti presento tuttavia alcuni nuovi termini, coi quali è bene che inizi a familiarizzare:

  • Scaglionamento (due giocatori mai sulla stessa linea)
  • Mobilità (assicurare movimento continuo)
  • Superiorità numerica (cercare di essere sempre uno in più degli avversari)
  • Combinazioni (come ad esempio la triangolazione, ecc.)

Requisiti coordinativi

La coordinazione è un supporto necessario ad ogni elemento tecnico, e come tale assume una dimensione molto complessa e articolata per quanto riguarda il possesso palla. Insomma, tutte le sfaccettature della coordinazione sono considerate.

Le maggiormente sollecitate, però, sono quelle che determinano la gestione dello spazio (come i giocatori occupano il campo e gestiscono lo spazio individuale) e la qualità dei passaggi (forza, direzione, ecc).

Requisiti psicologici

Cercare di mantenere il possesso palla è sicuramente un’assunzione di responsabilità per ogni tuo giocatore.
Ci vuole coraggio nel volere giocare, anche in situazione ‘pericolose’ (davanti alla porta per esempio).
Ci vuole confidenza nei propri mezzi. E anche sicurezza, sentendosi parte del gioco.

Requisiti sociali

Il possesso è un’azione collettiva (anche coinvolgendo solo due giocatori). Giocano quindi un ruolo chiave aspetti come la collaborazione, la cooperazione, la conoscenza reciproca, e soprattutto la comunicazione (sia verbale con le parole, che non verbale con sguardi e movimenti).

Quale metodologia con i tuoi giocatori?

Qualche consiglio/principio metodologica per la tua attività:

  • Rapporto reciproco tra possesso palla e suoi requisiti. Per un buon possesso sono necessari elementi tecnici, tattici, ecc. Ed esercitarsi sul possesso palla è la maniera più incisiva per sviluppare quegli aspetti. Per cui: falli giocare!
  • Stimola il gioco rasoterra, condizione facilitante smarcamenti continui, ricezioni orientate, e alta velocità di gioco.
  • Tocchi concessi possono variare in base all’obiettivo, all’abilità, ecc. Però ricorda: tocchi limitati facilitano la circolazione, anche se richiede un tasso tecnico elevato.
  • Spazi né troppo piccoli, né troppo grandi. Inoltre, non prolungare le sessioni per troppo tempo: l’intensità calerebbe e la noia aumenterebbe. Alterna momenti di lavoro e pause, nelle quali puoi far rifiatare, riorganizzare e fare correzioni.
  • Giocare in superiorità numerica aiuta la scorrevolezza del gioco, oltre alla squadra in possesso a prendere fiducia e gusto nel tenere la palla. Più è alta la superiorità, più è facile mantenere il possesso. Hai due possibilità metodologiche: una squadra con più giocatori di un’altra, oppure l’uso di giocatori jolly (giocano sempre in possesso).
  • Non dimenticarti della squadra in difesa/non possesso. Se questa gioca con intensità, crea realismo e competitività allenante, oltre ad allenare gli aspetti difensivi!
  • La transizione. Se i difensori riconquistano palla, o la intercettano, il gioco non può finire lì, perché non è quello che succede in partita. Dai invece specifiche indicazioni, esempio se i difensori guadagnano la palla devono guidarla fuori dallo spazio.
  • Coinvolgi i portieri. D’altra parte, il ‘numero uno’ moderno è quel giocatore abile con i piedi che prende parte alla manovra.
  • I possessi senza riferimenti di spazio, senza quindi ruoli specifici, aiutano i tuoi giocatori a sperimentare diverse posizioni, spazi, tempi. Se invece decidessi per possessi direzionati (obiettivo è il raggiungimento di un riferimento specifico), fa sì che i tuoi ragazzi provino più ruoli.

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